L'arte tra forma e colore
L’evoluzione pittorica
La stesura del colore, nelle opere di Prinzi sono prive di sfumature, egli come nel “Color field painting” cerca di sintetizzare sia nelle forme che nei colori le immagini da lui rappresentate, così come fecero Morris Louis, Paul Jenkins, Mark Rothko, Clyfford Still e altri. Fu il critico Clement a coniare il termine “Color field painting” nel 1955. Il color field è collegato al Suprematismo e in parte alla corrente sviluppatasi negli stessi anni, l’espressionismo astratto. Le origini della pittura a campi di colore si può ricondurre agli anni venti, all’artista russo Kazimir Malevic, esponente del suprematismo; nella sua poetica l’arte doveva essere la “supremazia della forma”, espressa attraverso la purezza dei colori e forme geometriche elementari… continua
La scuola Formalista
I quadri astratti di Prinzi si basano sull’equilibrio tra spazio, forma e colore, questo concetto rappresentativo deriva dall’influenza della Teoria del Formalismo (dove si guarda il quadro non dal punto di vista del significato, ma dal punto di vista dell’aspetto estetico). Uno degli esponenti di questa scuola fu Konrad Fiedler (Öderan, 1841 – Monaco di Baviera, 1895), uno dei massimi filosofi dell’arte vissuti nel XIX secolo: a lui va il merito di aver elaborato una teoria artistica fondamentale, destinata a influenzare gran parte dei critici. Si tratta della teoria della pura visibilità, partendo da lontano: chi ha studiato Platone si ricorderà senz’altro che, per il filosofo greco, l’arte era mimesi, ovvero imitazione della natura, della realtà. Ecco: la teoria della pura visibilità (chiamato anche formalismo) va in senso totalmente opposto… continua